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Microdosing di LSD nella depressione
Risultati dello studio di fase 2a della MindBio Therapeutics
Qualche giorno fa la MindBio Therapeutics ha annunciato i risultati preliminari del suo studio di fase 2a per il trattamento della depressione con microdosing di LSD MB22001 al domicilio (il primo al mondo nel suo genere, dove ti porti a casa lo psichedelico).
Ci sono taaaaaaante cose da dire a riguardo.
Partirei con lo spiegare cosa è MB22001: è LSD brevettato che ti puoi portare comodamente a casa e che puoi auto-dosare per rendere la quantità assunta quella giusta per il tuo protocollo specifico di microdosing con partenza di base a 8μg (magari per me, in base al mio peso, costituzione eccetera, 10μg sono più che sufficienti mentre a te ne servono 15 di μg, oppure oggi mi vado a fare una bella passeggiata in campagna e voglio osare con qualche μg in più..).
Nonostante la scarsità dei dettagli su questo trial, pare che l’assunzione sia stata due volte a settimane per 8 settimane.
Per caso qualcuno si è calato l’intera boccetta di LSD invece di seguire il protocollo assegnato? Non è dato sapere eheh.
Accenniamo subito ad un problema fondamentale di questo studio e della ricerca sul microdosing in generale: dati difficilmente uniformabili a causa della variabilità dell’assunzione. Cosa stabilisce la microdose? È quella dose dove “non sento niente ma sento qualcosa”.. molto scientifico.
Passiamo però subito ai risultati che sono stati pubblicati:
MB22001 è stato ben tollerato ed è risultato sicuro senza eventi avversi severi, anche con il suo utilizzo al domicilio senza supervisione medica;
dopo 8 settimane sono stati registrati significativi miglioramenti nei sintomi depressivi;
in particolare il punteggio MADRS per la valutazione della depressione è sceso di 14,1 punti;
in generale i pazienti hanno riportato un 60% di miglioramento nei sintomi depressivi e il 53% di loro è risultato in remissione.
Apperò, verrebbe da dire!
Me ne vado a casa con i miei cartoni di microdosing di LSD, continuo la mia vita come niente fosse e dopo 2 mesi sono guarito dalla depressione.
Una situazione che ha del miracoloso: niente sedute interminabili dallo psicologo, niente giornate passate in reparto per il trip psichedelico di 8-12 ore, niente visioni o dissoluzioni dell’ego o tutta quella roba lì, insomma, siamo di fronte ad una rivoluzione medica?
Non proprio 😆
Ci sono molte falle in questo studio, o per lo meno, questi risultati preliminari lasciano numerosi dubbi.
Può essere che nella pubblicazione ufficiale peer-review che dovrebbe uscire nei prossimi mesi le cose ci verranno chiarite, non siamo prevenuti.
C’è innanzitutto da dire che si è trattato di un trial open label, dove quindi tutti i partecipanti sapevano che stavano ricevendo LSD.
Questo, è chiaro, pone alcune difficoltà interpretative dell’outcome terapeutico, potenzialmente influenzato dall’aspettativa.
Nel frattempo è già iniziato lo studio di fase 2b, che si preannuncia essere con un gruppo placebo che assumerà caffeina e Ritalin, il metilfenidato usato nell’ADHD (il connubio tra ADHD e microdosing non è nuovo).
Come mai si è scelto di dare degli stimolanti al gruppo controllo?
Perché è stato visto che il microdosing di LSD induce un aumento di energia e di produttività, e questo è un motivo per il quale questa pratica è salita in auge nella Silicon Valley già da diversi anni.
Inserendo quindi nel gruppo placebo sostanze che aumentano a loro volta energia e produttività, teoricamente i miglioramenti nel gruppo LSD sono dovuti all’azione sui sintomi depressivi e non su sintomi secondari.
Ma il 53% di remissione riportato per ora dalla MindBio è alto oppure no come valore?
Ni.
Nel senso che può essere sovrapponibile all’efficacia di alcuni farmaci antidepressivi classici e quindi in valore assoluto la remissione di un paziente su due impressiona solo fino ad un certo punto.
Quello che però fa molto riflettere e che decisamente deve essere preso in considerazione, è il fatto che il microdosing differisce in maniera sostanziale da una terapia antidepressiva: è solo 2 volte a settimana per 8 settimane invece che quotidianamente in cronico, gli effetti collaterali sono vicini all’inesistenza (anche se questo è un argomento che necessita i dovuti approfondimenti), l’auto-dosaggio è un percorso personalizzabile sulle singole esigenze nonostante le critiche che si possono fare a riguardo, è di facile gestione ed è una nuova linea terapeutica che merita di essere valutata dai professionisti del settore.
Pro e contro che vanno di pari passo e che per il momento non portano a nessuna conclusione certa.
O meglio, una conclusione certa c’è: un guadagno stratosferico.
La MindBio Therapeutics si sta sdando per portare avanti la sua ricerca, tempi serrati, marketing sfrenato, un rendimento azionario che è quasi quadruplicato nell’ultimo mese e mezzo.
Alquanto discutibile la scelta di creare un video YouTube per annunciare i risultati dello studio di fase 2a, anzi, siamo sinceri, bocciamo senza pietà questo azzardo pubblicitario 😂 ma serve per far intuire i risvolti economici e culturali dell’argomento, disponibile sui social alla portata di tutti invece che su qualche aggiornamento nascosto sul sito NASDAQ o BusinessWire.
Il microdosing è di moda, è una porta di accesso agli psichedelici, è ben visto dalle mamme, è innocuo (forse), è facile, poco impegnativo, e i risultati li dà, magari non eccelsi, non perfetti, non ancora del tutto comprensibili, ma ci sono.
È una gallina dalle uova d’oro.
Sarà solo questione di placebo e il tutto esploderà come una bolla di sapone?
Non ci resta che attendere la pubblicazione peer-review dei dati ufficiali e scoprire nel 2025 i risultati dello studio di fase 2b.
Nel frattempo qui puoi trovare la più recente revisione completa degli studi con microdosing di LSD, dove l’epilogo è sempre lo stesso: le prove sull’efficacia del microdosing sono inconcludenti, servono più studi.
Alla prossima! 😎
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