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La psilocibina nel disturbo da dismorfismo corporeo
Quali sono i network cerebrali implicati
Oggi ti porto come approfondimento un articolo di neuroscienza, perché la neuroscienza ci piace, non ci capiamo niente ma ci affascina e ci dà tanta soddisfazione.
In questo studio è stato valutato come la psilocibina va ad alterare i network neurali nei pazienti affetti da disturbo da dismorfismo corporeo.

Il disturbo da dismorfismo corporeo è caratterizzato da una eccessiva preoccupazione per un proprio difetto fisico percepito che invece appare inesistente o appena percettibile agli altri. Si ritrova spesso insieme ad altre patologie, come i disturbi del comportamento alimentare, il disturbo ossessivo-compulsivo, la depressione e l’ansia.
Ci sono terapie efficaci per trattare questa condizione: la psicoterapia (in particolare la cognitive behavioral therapy - CBT) e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).
Ci sono però anche pazienti che rispondono poco o per niente a queste terapie, e quindi Zhu et al., basandosi sui numerosi studi fatti con la psilocibina, sono andati a curiosare se gli psichedelici possono contribuire al trattamento dei pazienti più ostici.
In un precedente studio erano stati valutati 12 pazienti a cui erano stati somministrati 25mg di psilocibina e che avevano ricevuto psicoterapia: a 12 settimane di follow up il punteggio della scala di valutazione utilizzata (BDD-YBOCS) risultava significativamente ridotto e circa il 58% dei soggetti aveva risposto alla terapia.
A 8 dei 12 pazienti erano anche state fatte delle risonanze magnetiche e quello che è stato notato è piuttosto interessante.
Andiamo a conoscere i protagonisti dello studio:
Executive Control Network (ECN), che gioca un ruolo nell’adattamento e nella risposta all’ambiente esterno, permettendo anche l’alternanza di attenzione tra task differenti, fattore fondamentale per la flessibilità mentale. Un difetto in questo network è caratteristico del disturbo da dismorfismo corporeo.
Salience Network (SN), che come dice il termine stesso serve per identificare gli eventi salienti. La comunicazione tra ECN e SN permette di distribuire le nostre risorse cognitive nella maniera più efficiente.
Default Mode Network (DMN), questo lo conosciamo già, è il network incaricato della riflessione sul sé ed è alterato in patologie quali depressione e ansia. Sappiamo anche che agli psichedelici piace scombussolare il DMN, ragione per cui risultano essere terapeutici in queste malattie (per l’approfondimento di un bellissimo articolo sull’argomento ti rimando ad una precedente newsletter). La connettività tra ECN e DMN permette l’alternanza tra task di concentrazione a stati introspettivi.
Le risonanze magnetiche hanno mostrato che dopo la somministrazione di psilocibina:
la connettività all’interno dell’ECN aumenta, promuovendo la flessibilità mentale e riducendo la rigidità degli schemi di pensiero;
la connettività tra ECN e SN aumenta, facilitando il controllo esecutivo a discapito degli stimoli emotivi destabilizzanti, permettendo così un’adeguata regolazione emotiva;
la connettività tra ECN e DMN aumenta, facilitando l’allontanamento da quei pensieri negativi autoreferenti.
Nel complesso queste codifiche sono risultate predittive del miglioramento clinico.
C’è da dire che la terapia classica di CBT e SSRI funziona bene, non è che ci sia particolare motivo di inserire la psilocibina. Ma vale la pena sottolineare i risultati, soprattutto per capire meglio cosa succede nel cervello quando si assumono psichedelici e come queste modifiche neuronali si ripercuotono sul nostro comportamento.
Tra l’altro tutto questo potrebbe essere un contributo anche allo studio dell’utilizzo di psilocibina nell’anoressia nervosa, patologia strettamente legata ad un disturbo da dismorfismo corporeo (qua un approfondimento della fase 1).
Alla prossima! 😎
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