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L'importanza della memoria nelle esperienze psichedeliche
Psilocibina 0 - Midazolam 1
Oggi ti porto in approfondimento questo articolo piuttosto curioso, dove si parla dell’importanza della memoria nell’esperienza psichedelica.
Si parte dal presupposto che nella fase di integrazione il ricordo di quello che abbiamo vissuto durante il trip è fondamentale per raggiungere consapevolezze ed insight significativi.
Ma cosa succede se uno non si ricorda l’esperienza psichedelica?
Il midazolam, una benzodiazepina, è in grado di creare amnesie andando a bloccare la plasticità neuronale correlata alla formazione della memoria.
Dopo aver scovato il dosaggio giusto, Nicholas et al. hanno somministrato contemporaneamente psilocibina e midazolam a 8 individui sani, di modo tale da avere coscienza dell’esperienza psichedelica durante l’esperienza stessa, ma creandone poi l’assenza del ricordo.
Un esperimento decisamente particolare.
In base ai questionari proposti e ai tracciati dell’elettroencefalogramma, tutti i partecipanti hanno avuto un trip che possiamo definire normale, uguale a qualsiasi altro trip. Anzi, addirittura la qualità dell’esperienza è stata valutata superiore rispetto alla media della letteratura, forse perché il midazolam è di per sé un ansiolitico e quindi è andato a diminuire il tipico stress percepito e quel sottile panico di quando inizia a salirti lo psichedelico.
A 8 giorni dalla somministrazione, gli effetti della psilocibina sul benessere generale della persona erano parecchio scarsi, in contrapposizione a praticamente qualsiasi studio pubblicato finora.
Non si sa di preciso che cosa è successo. È molto probabile che il blocco della plasticità neuronale sia un fattore chiave di questo processo, ma può anche darsi che lo scarso stress riportato abbia influito negativamente sulla formazione dei ricordi, aggravando l’amnesia del midazolam (più emozioni si provano, più è facile creare dei ricordi e viceversa). Anche se la neuroplasticità indotta dalla psilocibina, alla base dei suoi effetti positivi, non segue necessariamente gli stessi circuiti che vengono bloccati dal midazolam, le due cose potrebbero essere comunque collegate tra di loro.
Qualche settimana fa ho parlato di questo bellissimo articolo in cui si sottolineava come l’esperienza psichedelica nel suo complesso risulti essere fondamentale nell’outcome sul lungo periodo. Anche in questo caso sembra che venga ribadito lo stesso concetto: non c’è solo la neuroplasticità, ci sono anche il viaggio ed il suo significato, due facce della stessa medaglia che meritano entrambe di essere studiate ed approfondite.
All prossima! 😎
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