Psilocibina e infiammazione

Come la psilocibina modifica la risposta del sistema immunitario nei confronti dello stress

Negli ultimi giorni ha fatto molto scalpore la comunicazione data da Small Pharma in cui vengono annunciati i risultati del loro studio di fase Ib sull’interazione della DMT SPL026 e gli antidepressivi SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina).

I risultati (non ancora pubblicati su nessuna rivista scientifica peer-review, ci tengo a precisare), sono stati più che sensazionali:

  • gli SSRI aumentano l’effetto della DMT SPL026;

  • dopo 4 settimane il 92% dei pazienti era in remissione dalla depressione;

  • l’associazione delle due sostanze si è rivelata tollerabile e sicura.

Avevo già parlato dell’interazione tra psicofarmaci e psichedelici in questa newsletter, dove spiegavo i dati dello studio della COMPASS Pathways sull’interazione tra psilocibina e SSRI.

Inoltre, giusto ieri l’altro, è uscito questo articolo in cui viene studiata la somministrazione di esketamina con SSRI.

Sta iniziando a divenire evidente, quindi, che forse è davvero possibile assumere antidepressivi e psichedelici insieme.
Attendiamo con trepidazione i risultati degli studi di fase successivi.

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Questa settimana ti vorrei parlare di un bellissimo articolo olandese pubblicato poche settimane fa e che analizza gli effetti della psilocibina sul sistema immunitario.

In una lunghissima premessa Mason et al. spiega come mai hanno deciso di studiare la correlazione tra psilocibina e sistema immunitario.
In estrema sintesi, perché sommando insieme ricerche passate si andava sempre nella stessa direzione: il sistema immunitario viene attivato da fattori di stress fisico e psicologico, gli psichedelici sembrano essere estremamente efficaci per trattare patologie stress correlate, ergo vediamo cosa si cela sotto questa relazione.

Quando parlo di stress mi riferisco a tutti quegli stimoli fisici, psicologici e sociali che mettono in crisi il nostro organismo, e questo include anche tutte le malattie e le patologie, compresa la depressione per esempio.

Andiamo a conoscere i principali protagonisti di questo articolo:

  • TNF-α (tumor necrosis factor α) è un modulatore acuto dell’infiammazione, colui che fa capire all’organismo che c’è qualcosa che non va e che bisogna intervenire subito;

  • IL-6 (interleuchina 6) è uno stimolatore della risposta immunitaria, ma il sistema immunitario può essere stimolato in senso positivo (febbre) oppure non così tanto positivo (malattie autoimmunitarie);

  • CRP (proteina C reattiva) è un indice di infiammazione indotto da IL-6 e in pratica il suo ruolo è quello di circondare il nemico (tipo un batterio) indicando così all’organismo dove deve attaccare;

  • cortisolo, l’ormone dello stress che va ad inibire le funzioni corporee non indispensabili per gestire l’emergenza e favorisce invece tutti quei processi che permettono di superare il momento di crisi.

Il disegno dello studio è stato semplice ed efficace.

Sono stati scelti 60 soggetti sani ai quali è stato preso un campione di sangue per valutare le concentrazioni di TNF-α, IL-6, CRP e cortisolo baseline e che hanno poi risposto a dei questionari per valutare il loro umore e ansia.

30 soggetti hanno ricevuto psilocibina, mentre gli altri 30 un placebo.
Dopo la somministrazione di psilocibina sono stati fatti ulteriori prelievi di sangue e alla fine sono stati proposti di nuovo i questionari.

A 7 giorni di distanza altri prelievi di sangue (sempre alla stessa ora della prima volta, perché la concentrazione di cortisolo varia in base all’ora del giorno) e di nuovo questionari.

15 soggetti in ciascun gruppo (psilocibina e placebo) hanno poi eseguito un test di stress, mentre gli altri 15 hanno eseguito un test simile ma estremamente blando.

Lo stress test consisteva nell’immergere la mano in acqua fredda a 2°C per un periodo tra i 45 e 90 secondi e contemporaneamente contare all’indietro da 2043 sottraendo ogni volta 17, il tutto mentre vieni ripreso e mentre un tizio ti mette pressione dicendo che stai sbagliando. Simpaticissimi eheh.
Il gruppo controllo invece immergeva la mano in acqua tiepida mentre contava da 1 a 25 con i proprio tempi senza che nessuno gli mettesse pressione.

In seguito allo stress test sono stati fatti ulteriori multipli prelievi di sangue e sono stati proposti i soliti questionari.

Tutti questi prelievi di sangue hanno mostrato che:

  • la psilocibina, rispetto al placebo, diminuisce significativamente la concentrazione di TNF-α in acuto, mentre dopo 7 giorni le concentrazioni sono le stesse nei due gruppi;

  • le concentrazioni di IL-6 e CRP in fase acuta sono simili nei due gruppi, ma dopo 7 giorni il gruppo che ha ricevuto psilocibina registra una diminuzione significativa sia di IL-6 che di CRP;

  • la psilocibina, rispetto al placebo, aumenta la concentrazione di cortisolo in fase acuta;

  • indipendentemente dal gruppo di appartenenza, i soggetti che avevano eseguito il test di stress avevano un livello più alto di cortisolo rispetto a coloro che non lo avevano eseguito;

  • quanto più si erano ridotti IL-6 e CRP, tanto meglio si sentivano i pazienti sia per quanto riguardava l’umore che le interazioni sociali.

Sono risultati chiari e semplici, ma le deduzioni che se ne possono fare sono innumerevoli ed importanti.

Sicuramente si può dire che la psilocibina ha sia effetti acuti (riduzione di TNF-α) che duraturi (riduzione di IL-6 e CRP) sul sistema immunitario, e quindi possiamo dire che in generale la psilocibina (e tendenzialmente gli altri psichedelici) ha proprietà antinfiammatorie.

I picchi di cortisolo e di TNF-α causati dalla psilocibina possono dipendere dal fatto che l’organismo percepisce lo psichedelico come uno stress e quindi attiva i suoi meccanismi di difesa, portando così 7 giorni dopo ad una diminuzione sostanziale dei marcatori infiammatori IL-6 e CRP.
In pratica si può dire che agisce come una vagonata di cortisone, senza gli effetti collaterali del cortisone.

Ma la cosa più interessante è che questi risultati potrebbero spiegare in parte l’effetto antidepressivo della psilocibina. Infatti IL-6 e CRP sono marker che si ritrovano rialzati in patologie quali la depressione e l’ansia, e addirittura più alti sono i loro valori più gravi sono i sintomi.
Per esempio molti dei pazienti affetti da depressione resistente a trattamento hanno concentrazioni ancora più alte di IL-6 e CRP.

E lo stress test? Lo hanno fatto solo per torturare i pazienti?
Ovviamente no.

È servito a dimostrare che la psilocibina non modifica la nostra risposta allo stress. Però la psilocibina modifica la nostra risposta immunitaria nei confronti dello stress.

Quindi pare evidente la relazione tra sistema immunitario, benessere psicologico e psichedelici, e sicuramente in futuro molte ricerche si concentreranno anche su questi collegamenti.

Alla prossima! 😉