Psichedelici e microbiota intestinale

Dalle stelle alle stalle il passo è breve

Ormai la ricerca sugli psichedelici sconfina in ogni tipo possibile di argomento, tanto che oggi ti parlerò di.. bè.. cacca 💩 
In questo particolare ed interessante articolo, Caspani et al. si lanciano in ipotesi su come gli psichedelici ed il microbiota intestinale siano collegati tra loro e si influenzino a vicenda.

Per microbiota intestinale si intende l’insieme di tutti i microrganismi presenti nel nostro intestino, esserini che sono una parte fondamentale del nostro corpo e che possono dettare il bello e il cattivo tempo della nostra salute.
Sappiamo che i nostri movimenti intestinali sono un po’ il nostro secondo cervello (o addirittura il primo, per esperienza personale 😆) e la comunicazione tra pancia e testa è chiamata asse intestino-cervello, un’interazione bidirezionale modulata dal sistema immunitario, endocrino e nervoso.
Nulla di nuovo se ti dico che quando stai in ansia puoi avere la cacarella, oppure che quando sei costipato, diciamolo, ti girano anche le palle e sei di cattivo umore.

Ci sono infiniti studi sul collegamento tra il microbiota e il comportamento o le funzioni mentali, alcuni non adatti ai più schizzinosi.
Le differenze tra il microbiota di individui sani è ben diverso da quello di persone depresse, con PTSD, Parkinson ecc. Soprattutto, facendo trapianti di cacca (sì, sì, hai capito bene, la cacca si trapianta anche) e trasferendola da un paziente depresso a topi sani, questi disgraziati topini iniziavano a mostrare sintomi depressivi [1], così come trapiantando cacca di pazienti con anoressia nervosa iniziavano a mangiare meno e perdere peso [2].

Ma cosa c’entrano gli psichedelici con la cacca?
Molto recentemente è uscito questo articolo in cui si valutano le modifiche del microbiota intestinale in ratti che hanno ricevuto psilocibina. Si è visto che, nonostante la diversità batterica sia rimasta pressoché invariata, c’è stato un significativo aumento di Verrucomicrobia e una diminuzione di Proteobacteria. Curiosamente, scarsità dei primi è associata a disordini metabolici e sistema immunitario indebolito, mentre abbondanza dei secondi è un’indice di malattia.

Caspani et al. hanno quindi pensato di andare un po’ a sviscerare l’argomento, partendo dal presupposto che l’intero tratto gastroenterico è pieno di recettori della serotonina, gli stessi recettori su cui agiscono gli psichedelici.
Si sa che gli antidepressivi SSRI, agendo sui soliti recettori, possono modificare la composizione del microbiota, e sappiamo anche che da parte sua il microbiota può modulare la sintesi della serotonina.
Questa interazione reciproca tra serotonina e microbiota può quindi suggerire che, in qualche modo, gli psichedelici sarebbero in grado di influenzare in maniera diretta o indiretta il microbiota.

Oltre ad intervenire sul sistema serotoninergico, psichedelici e microbiota condividono altri target all’interno del corpo:

  • hanno attività antinfiammatoria e modulano il sistema immunitario, basta guardare le pubblicità alla televisione dei fermenti lattici; qui invece puoi recuperare una precedente newsletter dove approfondisco un bellissimo articolo su psilocibina ed infiammazione;

  • influenzano l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, infatti nell’intestino ci sono numerosi recettori per il cortisolo e gli psichedelici aumentano sia il cortisolo che l’ormone adrenocorticotropo ACTH [3, 4, 5];

  • incredibilmente il microbiota influenza anche il DMN (Default Mode Network), proprio come gli psichedelici; nelle malattie infiammatorie croniche intestinali, la connettività del DMN è aumentata [6]; inoltre esistono correlazioni tra il microbiota e il DMN in pazienti con disturbo bipolare [7] e depressione maggiore [8].

  • infine, entrambi sono implicati nella neurogenesi.

Come si collega tutto questo al comportamento e alla salute mentale?

Una prima ipotesi è che gli psichedelici migliorino la sintomatologia psichiatrica andando a modulare la composizione del microbiota: una migliore composizione dei vari microrganismi andrebbe ad influenzare positivamente la condizione mentale tramite l’asse intestino-cervello; in questo caso il microbiota sarebbe un target diretto degli psichedelici ed un mediatore dell’azione psichedelica sulla psicopatologia.
Una seconda possibilità è che i microrganismi intestinali siano effettivamente implicati nel metabolismo degli psichedelici, contribuendo all’eterogeneità dell’esperienza, in questo caso il microbiota sarebbe un modulatore dell’azione degli psichedelici.
Altra opzione, la terza proposta, è che i cambiamenti mentali indotti dagli psichedelici agiscano sull’asse intestino-cervello dall’alto verso il basso; in questo caso il cambiamento del microbiota sarebbe una risposta indiretta all’azione degli psichedelici.

Non sappiamo ovviamente quale possa essere la verità, si parla solo di ipotesi, ma le idee proposte sono davvero stuzzicanti e sono sicura che in futuro ci saranno altre ricerche in merito, soprattutto considerando il fatto che il microbiota è un argomento che negli ultimi anni va molto di moda.
Inoltre, gli autori canadesi ci lasciano anche alcune domande provocatorie:

  • si può andare ad intervenire sul microbiota per modulare un’esperienza psichedelica?

  • si può predire la risposta ad un trattamento psichedelico dalla composizione del microbiota prima dell’esperienza?

  • sarebbe possibile stratificare la popolazione in base al profilo del microbiota per somministrare terapie psichedeliche su misura a seconda dell’intestino del paziente?

Davvero tutto molto interessante, un ottimo articolo food for the brain.

Alla prossima! 💩 

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Bibliografia

[1] Kelly JR, Borre Y, O' Brien C, et al. Transferring the blues: Depression-associated gut microbiota induces neurobehavioural changes in the rat. J Psychiatr Res. 2016;82:109-118. doi:10.1016/j.jpsychires.2016.07.019

[2] Fan Y, Støving RK, Berreira Ibraim S, et al. The gut microbiota contributes to the pathogenesis of anorexia nervosa in humans and mice. Nat Microbiol. 2023;8(5):787-802. doi:10.1038/s41564-023-01355-5

[3] Strajhar P, Schmid Y, Liakoni E, et al. Acute Effects of Lysergic Acid Diethylamide on Circulating Steroid Levels in Healthy Subjects. J Neuroendocrinol. 2016;28(3):12374. doi:10.1111/jne.12374

[4] Hasler F, Grimberg U, Benz MA, Huber T, Vollenweider FX. Acute psychological and physiological effects of psilocybin in healthy humans: a double-blind, placebo-controlled dose-effect study. Psychopharmacology (Berl). 2004;172(2):145-156. doi:10.1007/s00213-003-1640-6

[5] Dos Santos RG, Grasa E, Valle M, et al. Pharmacology of ayahuasca administered in two repeated doses. Psychopharmacology (Berl). 2012;219(4):1039-1053. doi:10.1007/s00213-011-2434-x

[6] Kong N, Gao C, Xu M, Gao X. Changes in the anterior cingulate cortex in Crohn's disease: A neuroimaging perspective. Brain Behav. 2021;11(3):e02003. doi:10.1002/brb3.2003

[7] Xi C, Li A, Lai J, et al. Brain-gut microbiota multimodal predictive model in patients with bipolar depression. J Affect Disord. 2023;323:140-152. doi:10.1016/j.jad.2022.11.026

[8] Strandwitz P, Kim KH, Terekhova D, et al. GABA-modulating bacteria of the human gut microbiota. Nat Microbiol. 2019;4(3):396-403. doi:10.1038/s41564-018-0307-3