Misurare il setting

Quanto gli stimoli esterni influiscono sull'esperienza psichedelica

Ti sono mancata? Eh? Eh? 🙃 

Il mio livello di svogliatezza al rientro dalle ferie è di una vastità imbarazzante.

Per fortuna c’è questo bellissimo ed intrippante articolo firmato dal team del Dr. Carhart-Harris, uno dei nostri alfieri preferiti del rinascimento psichedelico, in cui si indaga come l’entropia del cervello è modulata dagli stimoli esterni durante l’esperienza psichedelica.

Tra gli esimi autori spiccano anche il Dr. Nutt ed il Dr. Timmermann, quest’ultimo intervistato nel podcast Illuminismo Psichedelico e già incontrato in una precedente newsletter con questo bellissimo articolo.

Nonostante il difficile argomento, il tutto è spiegato con precisione.

Partiamo dal concetto di cervello entropico: dopo assunzione di psichedelici, l’attività dei neuroni incrementa, traducendosi a sua volta in un aumento di irregolarità e complessità dell’attività cerebrale generale, permettendo una maggiore capacità di elaborazione rispetto ad un cervello a riposo.

Sappiamo anche che il set ed il setting possono influire sulla qualità del trip, rendendoli variabili importanti da valutare nell’efficacia di una terapia psichedelica.
Fino ad oggi i vari studi hanno applicato il presupposto (mai provato) che esperire lo psichedelico ad occhi chiusi e con un certo tipo di musica sia la situazione ideale per ottenere il massimo beneficio dalla pratica.

In questo articolo Mediano et al. hanno esattamente l'obiettivo di misurare quantitativamente il setting: sono stati ripresi i dati raccolti nel 2016, in cui 20 soggetti si erano sottoposti a magnetoencefalografia e avevano ricevuto in due sedute un placebo oppure LSD con gli occhi chiusi a riposo, con gli occhi chiusi e la musica, con gli occhi aperti a riposo, guardando un documentario muto.

Se per caso ti interessa saperlo, la musica era l’album Eleusian Lullaby di Alie Die, mentre il video era uno spezzone del documentario Frozen Planet.

Il principale strumento di analisi è stato la complessità di Lempel-Ziv (LZ), un algoritmo utilizzato soprattutto in informatica per la compressione dei dati senza perdita di informazioni.
Secondo te so di cosa sto parlando? Non proprio.. 😅 ma tenteremo comunque di capire il concetto con parole semplici.
Questo algoritmo (usato anche per studiare i dati degli elettroencefalogrammi) valuta la variabilità dei pattern riferibili ad un segnale: maggiore il numero dei pattern, maggiore la complessità del segnale, da cui ne deriva che un segnale è considerato complesso quando non è possibile generarne una rappresentazione compressa (breve e semplice) che mantenga l’informazione.

Sono sicura che un neuroscienziato sarebbe in grado di spiegare il tutto molto meglio, ma rimanendo sulle cose semplici, i risultati sono stati i seguenti:

  • la stimolazione esterna aumenta LZ, il semplice atto di aprire gli occhi aumenta drasticamente l’entropia cerebrale;

  • la stimolazione esterna diminuisce l’effetto dello psichedelico, c’è quindi competizione tra gli stimoli esterni e gli effetti della sostanza;

  • il setting modula la valutazione soggettiva dell’esperienza, quindi l’esperienza dipende fortemente dalle condizioni ambientali circostanti;

  • in maniera più specifica, la stimolazione esterna va ad offuscare potenziali correlazioni entropiche generate dallo psichedelico, che risultano invece a livello massimo nella condizione di occhi chiusi a riposo;

  • le differenze di entropie in diverse aree cerebrali sono associate alla valutazione personale dell’esperienza, e in particolare coloro che avevano guardato il video erano anche quelli con la maggiore entropia ma con il più basso punteggio sulla valutazione del trip (esperienze soggettive profonde come la dissoluzione dell’ego erano invece correlate prevalentemente alla condizione di occhi chiusi a riposo).

“T-scores for the effect of the drug under all four experimental conditions.”

“External stimulation alters the relationships between the psychometric and neural effects of LSD.”

Risulta quindi chiaro che le condizioni ambientali influenzano in maniera sostanziale l’esperienza psichedelica.

L’effetto entropico dell’LSD è marcatamente ridotto con gli occhi aperti o con intensi stimoli esterni come un video, in pratica il caos generato dagli stimoli prevarica il caos generato dallo psichedelico.

Il messaggio chiave è che aggiungendo complessità nei vari sensi, si riduce l’impatto del farmaco e quindi probabilmente anche il potenziale terapeutico dello stesso, una robetta mica da poco.
Esiste quasi certamente un punto critico in cui lo stimolo esterno è “giusto” e non interferisce con l’esperienza, ma questo livello potrebbe non essere universale, bensì differire da paziente a paziente.

Il presupposto iniziale di esperire lo psichedelico ad occhi chiusi e con una musica semplice e rilassante è stato quindi provato corretto.
Queste evidenze neurobiologiche dell’importanza del setting e della sua misurazione in termini quantitativi (oltre che qualitativi) permetterebbe di potenziare in maniera individuale l’esperienza psichedelica, e di andarla via via a perfezionare sul singolo soggetto in base alle sue esigenze.

Alla prossima! 😄 

Se non sei ancora iscritto alla newsletter clicca qua sotto!