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DMT e ictus
Gli psichedelici come possibile trattamento dell'ischemia cerebrale
Un paio di settimane fa la Algernon NeuroScience (supportata dal Dr. Rick Strassman) ha annunciato di aver finalizzato la stesura dello studio di fase 2 con 40 pazienti per indagare l’utilizzo di DMT come possibile trattamento per l’ictus .
Verrà utilizzata una dose endovenosa sub-psichedelica di DMT, un dettaglio importante perché permetterà di concentrarsi esclusivamente sui risultati fisiologici senza doversi preoccupare di gestire gli effetti psichedelici del farmaco.
L’idea di utlizzare DMT per il trattamento dell’ictus deriva da uno studio ungherese del 2020 in cui si dimostra come una singola dose di N,N-dimetiltriptamina riduca il volume dell’infarto cerebrale con un quasi completo recupero delle funzioni motorie dopo 30 giorni.
La faccenda è un po’ lunga e complessa ma decisamente interessante, e i vari studi eseguiti dagli ungheresi sull’argomento sono sempre stati fatti in maniera rigorosa e precisa, meritando quindi il giusto approfondimento.
Ti introduco allora il protagonista di oggi: il recettore sigma-1 (Sig-1R).
Si tratta di un recettore intracellulare, tradotto dal gene SIGMAR1, localizzato prevalentemente nella membrana a cavallo tra il reticolo endoplasmatico e la membrana mitocondriale esterna.
Il suo ruolo è quello di controllare lo spostamento degli ioni calcio all’interno dei mitocondri, regolare l’espressione di alcuni canali del potassio, combattere la produzione di radicali liberi e in generale promuovere la sopravvivenza cellulare in condizioni di stress.
Molto dettagliato, lo so, ma anche utile da sapere visto che nel lontanissimo 2009 si era scoperto che la DMT è un agonista endogeno di Sig-1R.
La notizia è stata ripresa poi nel 2014 e nel 2016, quando il team ungherese di Szabo et al. ha portato avanti degli esperimenti in vitro per testare alcuni possibili effetti della DMT, osservando che:
la DMT aumenta notevolmente la sopravvivenza di vari tipi cellulari in condizioni di severa ipossia, tra cui i neuroni e la microglia (le cellule immunitarie del sistema nervoso centrale);
il legame tra DMT e Sig-1R produce un effetto citoprotettivo, quando invece il gene SIGMAR1 viene silenziato (bloccando la produzione del recettore) questo beneficio viene abolito;
l’azione antinfiammatoria dovuta all’interazione tra DMT e Sig-1R si ritrova anche al di fuori del sistema nervoso centrale, in tutti quei tessuti e quelle cellule che esprimono il recettore.
Si passa poi al 2019, quando vengono eseguiti esperimenti in vivo su ratti per studiare l’effetto della DMT in seguito ad ischemia renale.
Partendo da questa interessante ricerca, l’anno successivo il gruppo di Nardai et al. recupera i dati dei connazionali ungheresi e disegna uno studio piuttosto elegante:
ad un primo gruppo di ratti viene provocata un’ischemia cerebrale per 60 minuti, seguita da somministrazione continua di DMT per 24 ore;
al secondo gruppo viene somministrato un placebo al posto della DMT;
al terzo gruppo, infine, vengono somministrati DMT e un antagonista del recettore Sig-1.
I risultati sono stati piuttosto sorprendenti.
Per prima cosa, dopo aver fatto una risonanza magnetica a 24 ore di distanza dall’ictus, è stato visto che i ratti del gruppo 1 (che avevano ricevuto DMT) avevano un volume infartuale estremamente ridotto rispetto agli altri due gruppi.
Non c’erano invece differenze tra il gruppo 2 e il gruppo 3.
Altra cosa strabiliante è stata che a 30 giorni dall’ictus i ratti del gruppo 1 avevano quasi completamente ripreso la funzionalità motoria a sinistra, che era il lato sofferente a causa dell’ischemia.
Dettaglio particolare (che fa davvero apprezzare il lavoro svolto) è che i ricercatori ci tengono a precisare che non ci sono state differenze nella mobilità del lato destro in tutti e 3 i gruppi. Questo permette di capire che gli ictus erano sovrapponibili tra un ratto e l’altro e che l’ischemia era stata attentamente monitorata per evitare bias.
Ci sono altri risultati interessanti in questo studio, tra cui il potere antinfiammatorio e antiapoptotico della DMT dovuto al suo legame con Sig-1R.
Ma un risultato in particolare ha attirato la mia attenzione: l’attivazione di Sig-1R in seguito ad ischemia cerebrale stimola la produzione di BDNF (e sai quanto sono affezionata al BDNF).
Ebbene, dopo infusione di DMT la concentrazione di BDNF cerebrale e sistemica è risultata aumentata, indicando che l’incredibile ripresa motoria dei ratti è dovuta alla neuroplasticità.
Tutto torna! Davvero uno studio elegante 😻
Sono stati studiati anche altri agonisti del recettore Sig-1, tra cui due sciroppi per la tosse psicoattivi, ma è opinione generale che agonisti sintetici abbiano potenza inferiore rispetto alla DMT che è anche un endogeno naturale.
I tempi sembrano quindi maturi per fare il passo successivo e studiare cosa la DMT può fare nell’essere umano per migliorare i sintomi e la riabilitazione in seguito ad ictus.
Un bel passo, non c’è che dire!
Stay tuned…
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Bibliografia
Nardai S, László M, Szabó A, et al. N,N-dimethyltryptamine reduces infarct size and improves functional recovery following transient focal brain ischemia in rats. Exp Neurol. 2020;327:113245. doi:10.1016/j.expneurol.2020.113245
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Szabo A, Kovacs A, Frecska E, Rajnavolgyi E. Psychedelic N,N-dimethyltryptamine and 5-methoxy-N,N-dimethyltryptamine modulate innate and adaptive inflammatory responses through the sigma-1 receptor of human monocyte-derived dendritic cells. PLoS One. 2014;9(8):e106533. Published 2014 Aug 29. doi:10.1371/journal.pone.0106533
Szabo A, Kovacs A, Riba J, Djurovic S, Rajnavolgyi E, Frecska E. The Endogenous Hallucinogen and Trace Amine N,N-Dimethyltryptamine (DMT) Displays Potent Protective Effects against Hypoxia via Sigma-1 Receptor Activation in Human Primary iPSC-Derived Cortical Neurons and Microglia-Like Immune Cells. Front Neurosci. 2016;10:423. Published 2016 Sep 14. doi:10.3389/fnins.2016.00423
Nemes B, Pető K, Németh N, et al. N,N-dimethyltryptamine Prevents Renal Ischemia-Reperfusion Injury in a Rat Model. Transplant Proc. 2019;51(4):1268-1275. doi:10.1016/j.transproceed.2019.04.005
Szabó Í, Varga VÉ, Dvorácskó S, et al. N,N-Dimethyltryptamine attenuates spreading depolarization and restrains neurodegeneration by sigma-1 receptor activation in the ischemic rat brain. Neuropharmacology. 2021;192:108612. doi:10.1016/j.neuropharm.2021.108612