- Studio Aegle
- Posts
- ALPS 2025
ALPS 2025
Il contributo degli studenti italiani di UNePSI nella ricerca psichedelica
Se si parla di psichedelici in Italia, tutto quello che funziona nasce senza che nessuno l’abbia previsto. Associazioni, gruppi, seminari improvvisati, persone che si incontrano perché “non c’è niente, quindi facciamocelo noi”.
È una forma di resilienza culturale molto italiana.
Siamo abituati a lavorare senza infrastruttura, senza fondi, senza riconoscimento istituzionale. Eppure, quando serve, ci auto-organizziamo con una creatività che all’estero farebbe curriculum.
Recentemente ho incontrato Giorgia e i ragazzi di AUMePsi - Sapienza, un’associazione studentesca riconosciuta che cerca di portare dentro l’università uno spazio di confronto serio sulla psichedelia. Qualche settimana fa sono andati in gita alla conferenza di ALPS, una fondazione svizzera che promuove la ricerca psichedelica e la sua diffusione scientifica. Ho pensato che farvi raccontare di che cosa si è parlato e che cosa hanno imparato fosse la scusa giusta per presentarvi questi ragazzi, che magari saranno i futuri clinici, ricercatori e policy-maker della psichedelia italiana (dita incrociate).
Negli ultimi anni la ricerca psichedelica è ripartita con forza, ma una cosa è diventata sempre più chiara: non basta che la scienza avanzi, serve anche una nuova cultura che la sappia comprendere, discutere e, quando necessario, criticare. E questa cultura, sorprendentemente ma non troppo, sta crescendo soprattutto tra gli studenti e nelle università.
È stato proprio questo a colpirci all’ALPS 2025, la conferenza annuale sulla scienza psichedelica tenutasi al Campus Biotech di Ginevra lo scorso ottobre. Due giorni in cui si percepiva una cosa semplice: il futuro della ricerca si costruisce sì nei laboratori, ma anche nei corridoi universitari, nei paper club, nelle discussioni tra studenti che cercano di capire insieme cosa sta arrivando.
Ed è qui che come AUMePsi - Sapienza, la prima associazione studentesca italiana riconosciuta dedicata alla divulgazione della ricerca psichedelica, abbiamo voluto essere presenti.
Cosa abbiamo visto a Ginevra
Tra i tanti talk interessanti, uno ha sorpreso particolarmente affrontando il tema complesso dell’interazione tra psichedelici e disturbi dello spettro schizofrenico. I ricercatori hanno mostrato dati preliminari secondo cui, in setting clinici controllati, le sostanze psichedeliche non sembrano aumentare i sintomi positivi e potrebbero persino ridurre quelli negativi e depressivi, spesso i più resistenti ai trattamenti attuali. È un ambito ancora delicato, che richiede enormi cautele, ma la possibilità che un sottogruppo di pazienti possa trarne beneficio apre scenari terapeutici che fino a poco tempo fa non esistevano.
Molto stimolanti anche gli interventi dedicati alle dinamiche relazionali: ad esempio il talk sulla sincronizzazione delle coppie sotto LSD, che mostrava come l’esperienza psichedelica possa modulare la connessione interpersonale sia a livello emotivo che neurofisiologico.
C’è stato poi un approfondimento sulla psychedelic harm reduction, un’introduzione chiara e pragmatica a un tema che diventa sempre più centrale man mano che cresce la curiosità pubblica.
Notevole anche la presentazione sugli effetti soggettivi della somministrazione prolungata di DMT, così come l’analisi sulle diverse forme di esperienza trascendente osservate nei trial controllati con placebo.
C’è stato spazio persino per il cinema: una riflessione sorprendente su come il linguaggio filmico possa diventare una lente psichedelica per esplorare l’inconscio.
La sessione poster è stata altrettanto ricca. Tra i lavori discussi c’era il protocollo LYTA, un trial multicentrico che indaga la terapia assistita da LSD per il disturbo da uso di alcol, con un disegno metodologico molto solido. Un altro studio mostrava come la DMT sia capace di riplasmare l’attività cerebrale spontanea. Interessante anche il lavoro che seguiva per sei mesi veterani con PTSD trattati con ayahuasca in un contesto tradizionale: i risultati, pur preliminari, suggerivano benefici sostenuti nel tempo. Infine, una meta-analisi ha approfondito un tema cruciale per chi lavora nella salute mentale: quanto conta la quantità di psicoterapia integrata nei protocolli di terapia assistita da psichedelici? Molto più di quanto si pensi, a quanto pare, soprattutto nella fase preparatoria.
E poi, come sempre succede ad ALPS, la scienza si è intrecciata con l’esperienza sensoriale: sound meditation, installazioni e la Fungalicious Bio-Sonification Experience, che ha trasformato in suono i segnali bioelettrici di funghi vivi. Queste esperienze ci ricordano che la scienza non è solo parole ma anche esperienza sensoriale diretta.
Perché tutto questo riguarda l’Italia?
Perché ciò che abbiamo visto a Ginevra sta iniziando a prendere forma anche qui.
UNePSI è la nascente rete italiana di associazioni universitarie indipendenti dedicata alla divulgazione scientifica della ricerca psichedelica. Si tratta di un network di gruppi studenteschi che organizzano paper club, seminari, proiezioni, masterclass e molto altro. Varie realtà sono già nate, nelle università di Padova, Torino, Bologna, Trento. Tra loro AUMePsi, che rappresenta questa rete all'Università della Sapienza, a Roma.
Il nostro obiettivo è creare spazi di confronto critico, rigoroso e senza stigma dentro le università, portando informazioni affidabili proprio dove nasceranno i futuri ricercatori, psicologi, medici e policy-maker.
L’esperienza ad ALPS ha ricordato a tutti una cosa tanto semplice quanto importante: che il futuro della ricerca psichedelica non si costruisce solo nei grandi centri internazionali, ma anche nei campus, nelle aule studio e nei gruppi che decidono di informarsi e informare insieme. E noi siamo qui per questo.

Sei uno studente e vuoi entrare in una delle associazioni UNePSI o crearne una nella tua università? Contattali direttamente per saperne di più:
Alla prossima! 😎
Partecipa al cambiamento
Se non l’hai già fatto, ti invito a sostenere queste due importanti iniziative di raccolta firme:
Puoi approfondire queste due iniziative leggendo questa mia precedente newsletter.
Ogni firma è importante per contribuire a un futuro più compassionevole e innovativo nella salute mentale e nelle cure palliative.
Non sei ancora iscritto alla newsletter?