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Microdosing di psilocibina nella steatosi epatica
Uno studio preclinico italiano
Lo scorso weekend ho partecipato al primo raduno della SIMePsi (Società Italiana di Medicina Psichedelica), e ci tenevo a ringraziare pubblicamente il gruppo: tutti quanti preparati, con tanta voglia di fare, accoglienti. È stato davvero un piacere essere lì e conoscere di persona gli altri soci. Ti consiglio di seguirli perché ci saranno tanti progetti interessanti in futuro.
Per l’approfondimento scientifico di oggi (l’ultimo prima delle mie ferie estive 🌊) ti voglio parlare di questo poster, presentato un mesetto fa al congresso EASL (European Association for Study of the Liver) a Milano.
Il poster in questione descrive l’interessante lavoro di un team quasi tutto italiano, prevalentemente dell’Università di Padova, e va a studiare i bassi dosaggi di psilocibina nei topi affetti da MASLD (Metabolic Dysfunction-Associated Steatotic Liver Disease), ossia una steatosi epatica associata a danno metabolico e non all’alcol. In pratica c’è un accumulo di grasso all’interno del fegato, che nel lungo andare può portare a cirrosi e disfunzione d’organo.
Il razionale per andare a studiare la psilocibina in questa condizione parte dalle osservazioni di uno studio precedente (1), in cui è stato visto che la psilocibina va a ridurre l’aumento di peso in modelli animali, anche se i meccanismi fisiologici alla base di questo processo non sono stati compresi.
Sono quindi stati presi 20 topi che sono stati nutriti con una dieta particolarmente ricca di grassi e fruttosio: a 10 di questi è stata poi somministrata bassa dose di psilocibina orale quotidiana (0,05 mg/Kg), mentre gli altri 10 hanno fatto parte del gruppo placebo. Infine, 10 topi sono stati nutriti con dieta standard e non hanno ricevuto psilocibina, costituendo il gruppo di controllo sano.
I risultati in vivo sono stati molto molto interessanti:
il trattamento con psilocibina ha ridotto in maniera significativa l’aumento del peso, la deposizione di grasso nel fegato (confermata all’esame istologico - se mi segui da un po’ sai che apprezzo sempre un bel vetrino 🙃) e la concentrazione di trigliceridi nel plasma;
l’analisi genetica ha mostrato che la psilocibina ha ripristinato l’espressione epatica di quei geni che si occupano dei vari processi metabolici dei grassi e che sono disregolati nella MASLD;
c’è stato un miglioramento nella sensibilità all’insulina e nei livelli di glucosio a digiuno;
la psilocibina è andata a modificare le funzioni immunitarie dei topi, migliorandole (per chi è nerd come me, che lavoro quotidianamente con PD-L1 e compagnia bella: invertendo l’iporesponsività delle cellule NK esauste esprimenti PD-1, e con un p<0,01 - whaaaaaaat??? Decisamente interessante).
Come prova in vitro di tutte queste bontà, è stato visto che bloccando con ketanserina il recettore 5HT2A della serotonina (recettore di legame della psilocibina), non si aveva più una riduzione nell’accumulo di grasso epatico.
Quindi, è proprio la psilocibina che ha prodotto questi effetti.
Era qualche mese che non leggevo un esperimento così elegante.
Tutto ciò, nonostante sia ancora in fase preclinica e necessiti di ulteriori studi di approfondimento, potrebbe essere un passo importante nel trattamento della MASLD.
Per giunta si parla di microdosing, quindi una posologia di facile gestione clinica e con apparenti scarsissimi effetti collaterali. Insomma, potrebbe davvero essere una terapia rivoluzionaria per questi pazienti in futuro.
Devo dire che questo poster, molto semplice e chiaro, mi è sembrato una bella chicca da condividere con te, a maggior ragione considerato il fatto che la ricerca è Made in Italy.
Un applauso quindi al team di Colognesi et al. 🇮🇹
Noi ci rileggiamo al mio ritorno dalla ferie 😎
Alla prossima!
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Bibliografia
Huang J, Pham M, Panenka WJ, Honer WG, Barr AM. Chronic Treatment With Psilocybin Decreases Changes in Body Weight in a Rodent Model of Obesity. Front Psychiatry. 2022;13:891512. Published 2022 May 18. doi:10.3389/fpsyt.2022.891512