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Ketamina a rilascio prolungato nella depressione resistente a trattamento

Studio di fase 2 “arricchito”

Lunedì scorso è uscita la puntata del podcast di Illuminismo Psichedelico dove parlo di psichedelici e case farmaceutiche. Se te la sei persa la trovi qui.

Oggi invece andrò ad approfondire questo articolo su uno studio di fase 2 randomizzato e controllato, dove si va a valutare l’utilizzo di ketamina racemica orale a rilascio prolungato nei pazienti affetti da depressione resistente a trattamento.

La formulazione in questione è la R-107 della Douglas Pharmaceuticals, un’azienda neozelandese.
L’utilizzo di una compressa orale a rilascio prolungato porta con sé numerosi vantaggi, tra cui un basso costo di gestione, la possibilità di assunzione al domicilio senza supervisione e minori rischi di abuso della sostanza.

Il disegno dello studio è piuttosto particolare.
Viene infatti utilizzato il modello del trial clinico con strategie di enrichment: in pratica, viene inizialmente somministrato il farmaco ai pazienti arruolati e solo coloro che rispondono in prima istanza al trattamento proseguono nello studio.
Significa che vengono selezionati con il lumicino i pazienti, e chi non è considerato adeguato al farmaco viene immediatamente escluso, non rientrando nei calcoli statistici finali.
Questa è una procedura permessa nei casi in cui si intende aumentare l’efficacia del farmaco testato, perché esalta la medicina di precisione in cui si cuce la terapia sulle esigenze del singolo paziente, e si riduce drasticamente il tasso di fallimento del trial (risparmiando notevoli quantità di denaro).
Un po’ una paraculata insomma.. si può dire? 😅 

Dei 231 pazienti iniziali (con alle spalle in media 4,8 terapie antidepressive non efficaci) che hanno ricevuto 120mg di R-107 per 5 giorni consecutivi, 168 hanno risposto positivamente e sono stati promossi allo step successivo della ricerca, che consisteva nel ricevere ketamina due volte a settimana per 12 settimane. Sono stati creati più gruppi per valutare anche l’efficacia di dosaggi diversi (30mg, 60mg, 120mg, 180mg).
Al termine dello studio (92 giorni complessivi), sono rimasti in 68 pazienti perché 100 hanno abbandonato per svariati motivi. Coloro che appartenevano al gruppo del dosaggio di 180mg hanno mostrato maggiore probabilità di arrivare a fine trial.

C’è stato un solo risultato statisticamente significativo: una riduzione di 14 punti nella scala MADRS per la valutazione della depressione nel gruppo che aveva assunto 180mg, rispetto a una riduzione di 8 punti del gruppo placebo.
Negli altri gruppi c’è stata ricaduta dei sintomi, soprattutto nel primo mese della randomizzazione.

Gli eventi avversi sono stati per lo più lievi-moderati, con alcune eccezioni: depressione severa, dolore cardiaco, suicidio (la morte del paziente di 65 anni che si è tolto la vita durante lo studio è stata collegata alla patologia di fondo e non alla somministrazione di ketamina).

Insomma, il trial ha mostrato che nel complesso la somministrazione di R-107 nella depressione resistente a trattamento è ben tollerata, prevalentemente sicura, ed efficace nel dosaggio di 180mg in pazienti che avevano già fallito 5 linee di trattamento antidepressivo (sicuramente un sollievo per questi pazienti).

La compressa di R-107 è sì più economica, di più facile gestione, evita problemi di abuso e ha scarsi effetti cardiovascolari, ma è davvero una terapia che conviene prescrivere?
Forse sarebbe utile avere in futuro uno studio in cui tutti i pazienti assumono lo stesso dosaggio, così da avere meno variabilità.
Altra cosa utile sarebbe evitare di utilizzare la scusa della medicina di precisione per andare a scegliere quei pazienti che fanno fare bella figura al trial e scartare invece a priori chi non è responsivo al trattamento.

Alla prossima! 😎 

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