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Psichedelici e guaritore interiore
Fuffa o meccanismo biologico?
Oggi non ti porto un semplice articolo scientifico, ti porto un trattato filosofico.
Infatti, per capire a fondo questo articolo piuttosto particolare del team del super vip Dr. Carhart-Harris, sono dovuta andare a riprendere le definizioni di Aristotele. Non sto scherzando 🤣
Si parla di “guaritore interiore” quando ci si riferisce alla capacità di un sistema vivente di guarire o tornare ad uno stato di equilibrio dopo una malattia o un danno.
Concetto antichissimo e presente in numerose tradizioni orientali e indigene, questa energia interiore che tende all’omeostasi si ritrova principalmente nella salute mentale e nella terapia psichedelica (sia sciamanica che clinica) come impulso innato che genera una forza costruttrice in grado di connetterci con il nostro cuore, la nostra anima e il nostro vero Sè, permettendoci di esercitare il nostro potere di auto-guarigione.
Ma senza bisogno di andare in Amazzonia o in India, nell’antica Grecia Aristotele la chiamava entelechia, quella realtà che ha iscritta in se stessa la meta finale verso cui tende ad evolversi.
Che belle parole, che bei concetti, mi sento già a piedi scalzi che medito sotto una palma in Thailandia.
E sì, questa roba fricchettona compare piuttosto spesso anche nei moderni trial clinici: l’esimio Dr. Mithoefer parla nei suoi lavori di “ascoltare e lasciarsi andare al guaritore interiore”, e la respirazione olotropica di Grof contiene nel suo stesso nome il movimento verso il tutto (dal greco "Olos" e "trepein", muoversi verso l'interezza).
Peill et al. si chiedono se il guaritore interiore sia riferibile ad una componente specifica della terapia psichedelica, oppure se sia una fuffa che deriva dalla suggestione e dall’aspettativa che circondano queste sostanze.
Dubbio più che legittimo.
Ai 59 pazienti che hanno partecipato a questo studio del 2021 e che hanno ricevuto psilocibina oppure placebo, sono stati proposti alcuni questionari, tra cui una singola affermazione da valutare con punteggio da -2 (per niente d’accordo) a +2 (molto d’accordo) e riferita al guaritore interno:
“I felt like my body/mind/brain was healing itself, automatically/naturally/by itself.”
Forse non serve essere psiconauti esperti per intuire quali sono stati i risultati… ma se proprio te lo stai chiedendo: i punteggi riferiti al guaritore interiore sono stati significativamente più alti nel gruppo che ha ricevuto psilocibina rispetto al gruppo placebo.
Il miglioramento dei sintomi depressivi è risultato correlato al punteggio del guaritore interiore (anche quando corretto per l’intensità soggettiva percepita dell’esperienza psichedelica), mentre non è stata vista correlazione con la suggestione e l’aspettativa misurate prima dell’inizio del trial: questo supporta l’ipotesi che il guaritore interiore sia effettivamente un meccanismo terapeutico degli psichedelici, e che magari abbia pure una base neurobiologica ancora da scoprire.
Quello che è stato notato è che ci sono delle sovrapposizioni con l’esperienza mistica del trip psichedelico, nel senso che i due fenomeni tendono ad essere considerati simili da parte del paziente, indebolendo il concetto di guaritore interiore come entità a sé stante.
A questo punto il succo dell’articolo è finito, non c’era molto da dire e non molto è stato detto, nel concreto.
Però è proprio adesso che parte la deriva filosofica che ha la classica impronta provocatoria di Carhart-Harris: una visione olistica dell’esperienza umana, fisica e spirituale insieme, che porta inevitabilmente ad un’incrinatura nell’identità tradizionale della scienza, dove il santone che ti dice di seguire il tuo cuore poco ha a che fare con numeri statistici, grafici e provette.
Poiché ci rendiamo conto che non siamo fatti di sola carne, ma vogliamo comunque mantenere un certo aplomb da scienziato rigoroso, bisogna andare a dimostrare anche le cose più banali e ovvie, pure quando sembrano così intuitive come l’acqua calda. Paradossalmente, andando a demistificare il santone di cui sopra con una dimostrazione scientifica, lo si va a validare.
Questo è stato fatto da Peill et al., con l’aggiunta di tanti interessanti argomenti di conversazione.
C’è per caso una correlazione tra il guaritore interiore e l’aumento dell’entropia cerebrale data dagli psichedelici?
Può il guaritore interiore essere implicato nella neuroplasticità?
Come l’esperienza spirituale data dagli psichedelici si trasla in azioni biologiche di guarigione fisica e mentale?
Domande che sicuramente, un giorno, troveranno risposte.
Alla prossima! 😎
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